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Vai al contenutoAttraverso un’operazione radicale l’artista Joseph Kosuth scarnifica l’oggetto artistico per arrivare alla completa corrispondenza tra l’opera e il suo significato. Poiché secondo l’artista stesso, l’arte dovrebbe essere funzionale anche da un punto di vista linguistico, l’utilizzo della parola e del suo codice espressivo riporta l’arte ai suoi valori essenziali fino a farla diventare essa stessa linguaggio.
Come molte opere con neon degli anni Sessanta, anche in questo caso l’immagine finale, concepita su fondo nero satinato, ribadisce il concetto di tautologia, inoltre, chiunque installi l’opera, è libero di disporla come desidera.
L’insieme, secondo il nostro punto di vista, è un’immagine tipo “costellazione di lettere” senza identità che non vuole dare un significato preciso dell’opera,
infatti non avviene un’identificazione completa, ma piuttosto il senso del lavoro è dato dalla complementare e necessaria presenza dell’azione del vedere e del non leggere che trovano il loro senso.
Installato in collaborazione con Mario Nozza massimo esperto del neon.
L’Artista al Madre di Napoli